lunedì 30 giugno 2008

nonmivieneinmente


un anno esatto


qui caracas


meraviglia! grazie.

sabato 28 giugno 2008

il telefono squilla

la rubrica da ripristinare. il ritorno.

lei vorrebbe.. lo scrive, specifica i dettagli. io faccio finta di nulla.
lo avrei fatto per l'altra.

linate.

giovedì 26 giugno 2008

erezioni politiche

fini, napolitano, i gioielli della de benedetti, casa pitt..
bel numero. gloria a lei, noi ci facciamo il mazzo.

silenzioso


solita ricerca su internet per capire cosa fare quando si perde un telefonino, sono inciampato in questo post:


Ho perso il cellulare!!!!!!!!!!!!!!! E ora come faccio???????
Cominciamo dall'inizio...sono andata in vari negozi e mentre provavo le cose il cell che era nella tasca mi cadeva e allora l'ho messo in borsa, poi ricordo che prima di prendere il bus avevo messo il silenzioso e avevo mandato un messaggio e l'ho messo in tasca, quando sono scesa sono andata al despar e sono andata a casa...solo quando dovevo telefonare non lo trovavo più..Le possibilità sono: 1 che mi è scivolata dalla tasca in bus mentre ero seduta (molto probabile)...2 che in qualche modo l'ho perso al despar (improbabilissimo)...3 in casa (lo spero ma ne dubito)..Domani vado alla stazione dei bus a vedere se l'hanno trovato ma se me l'hanno fregato c'è un modo per sapere chi ce l'ha...ho sentito di un codice che il cell possiede grazie al quale lo si può trovare..ma è vero?PS: col telefono di casa ho provato a telefonare ma anche se fosse in casa ha il silenzioso

(...)
photo: Ye Rin Mok

mercoledì 25 giugno 2008

pink martini


lunedì 23 giugno 2008

gomorra

- è molto diverso dal libro..
- il film non regge il confronto..
- non è fedele al testo..
- meglio il libro..

quei commenti che io adoro. maandateafangulo!
felice di non aver letto il libro e di essermi visto il film.

gomorra - matteo garrone - 2008

sabato 21 giugno 2008

butterfly


Le donne spesso si attribuiscono difetti che non hanno.
Gli uomini fanno altrettanto con i pregi.
d.p.

vero

sarò violento

madame carlà


non resisto.. il campionario di espressioni di carla bruni mi diverte un sacco.
questo è il sorriso 6, detto 'filantropico'. può durare fino a sei minuti.
(alcuni sostengono che sia uguale al sorriso 4 detto di circostanza. maligni)

giovedì 19 giugno 2008

medusa


mercoledì 18 giugno 2008

il divo

beh, inutile dire che per me è un film imperdibile.

bell'inizio. bel monologo sputato. luce diretta sempre dall'alto o dal basso.
il più grande criminale, il più grande perseguitato..

- a parte le guerre puniche mi hanno attribuito veramente tutto
- non ho vizi minori
- la cattiveria dei buoni è pericolosissima

il divo - paolo sorrentino - 2008

edwige


una signorina silvani a novella. voglio disegnarla.
[isabella rossellini - green porno]

domenica 15 giugno 2008

il mare

marmellata di gente sulla spiaggia. marmellata spalmata uniformemente su quella fetta di pane bianco che è cala mosca.

mare per poco ma mare.

riordinando.. indagando.

non è vero, non ci credo! è questa ce la ritroviamo per sei mesi in redazione. siamo tutti d'accordo: è una iena.

gli occhi tristi non sorridono mai. i suoi.

sabato 7 giugno 2008

è vostra questa macchina?


avrei bisogno di un passaggio ma conosco le coincidenze del 60 notturno.

love

divano




le tende di silvia


silvia ha le tende sui vetri. sempre.

come? ..ah! sono i vetri ad essere sporchi.

"..se poi pensi che, l'altro giorno, non ho badato al fatto che non ci sono davvero le tende, avevo la luce accesa (rossa) e ho offerto al mio isolato un mezzo film porno (mezzo perché era in offerta la visione della metà superiore), puoi capire l'idiozia"

sl.m

giovedì 5 giugno 2008

non c'è due senza te





E' Battisti, Bugo o una bufala? A me non dispiace


Lo so: gli si può correre dietro con un tarello o amarlo. Destino dei geni? O destino di quelle persone insopportabili che non sapete dove collocare. Dente (e non è il vero nome) è disarmante: una chitarrina, suonata sdren sdren, una voce non memorabile e quasi nient'altro. La prima canzone è raggelante: "Canzone di non amore". Si pensa di non essere su un disco, ma sul demo di un esordiente e non destinato a fare grande strada. Già alla seconda ("Baby building") qualcosa scatta. Non siamo sul piano dell'assoluta normalità. E, soprattutto, provate a scollarvela di dosso "Baby building": impossibile! Eppure è fatta di niente. Ma ha un ritornello ribaldo "Ma che begli occhi che hai / chissà come m vedi bene" che, fateci caso, contiene anche semanticamente, uno scarto dalla norma. Non è la bellezza degli occhi che fa vedere bene. "Poi mi regalerai un bacio lungo dall'Emilia all'Africa / io ti darò un cesto di stelle di plastica / e la mia povertà / e niente di niente di niente ci toccherà". Gli ingredienti restano gli stessi: povertà assoluta di mezzi, testi che sembrano buttati lì a caso tra le semplicità della vita, ma che sono molto meno a caso di quanto sembri e una voce che accenna appena al motivo, quasi in falsetto. Incredibile. Eppure piace. Non tutto è come "Baby building": le due successive sono ancora più scarne e al limite della noia. Limite che però non viene mai raggiunto e anzi, scansato sempre con l'agilità di un torero. "La battaglia delle bande" e "Dxg" sono fragili fragili di struttura, ma in grado di farsi ascoltare proprio per questa situazione di straniamento. Insomma, spesso ti sembra di sentire l'amico, non proprio dotato, che in casa ti fa sentire le sue composizioni solo chitarra e voce. Poi, di colpo c'è lo scarto del tipo: "Io per lei ho fatto finta di non capire / come mi abbia spezzato le costole / quando mi ha abbracciato a metà". Prosit! . "Non è poi la fine del mondo se / non sei poi la fine del mondo" è l'inizio de "La fine del mondo", quasi più tenue delle precedenti. La noia sta per avere la meglio quando parte "Canzone pop" che è più di quello che promette. Rirmo vivace e piglio verace: "Dicono dei sentimenti / che sono simili ai fiori / infatti quelli finti / non diventano veri mai". La canzone, pop o meno, funziona e si incista nella memoria, scavando la strada anche per le altre a venire. Anche perché subito sopo segue "Stella" che è uno dei brani che funziona meglio. Con la batteria a dare un po' meno senso di vuoto e di musica dall'interno di una stanza. Insomma "sembra quasi una canzone normale": Dente assomiglia al tenero Giacomo quando si chiede: "è stato un calo di fantasia / o la pioggia mi ha lavato via / quando hai chiuso la porta di casa tua", ma la tenera "Stella" segna il suo cielo di canzone non cometa."La presunta cecità di Irene" è già un brano più pretenzioso, che riesce a mantere alte le pretese: "Irene è molto bella e ha le spalle più piccole degli occhi / gli occhi non hanno una fine / e ha molto biondi i capelli, ha due mani e molte gonne". Poche righe, ma di un testo molto bello, che tratta senza indugio la poesia. 28 agosto dal fischio morriconiano è una trama tenue che ricorda ilprimo De Gregori, ma, per carità, prendete queste affermazioni con bene ficio d'inventario: la chitarrina di Dente fa quel che può nel deserto dei suoi suoni, sostenuta solo dal raddoppio costante della voce. "Diecicentomille" è tutto sommato prescindibile. Niente che non si sia già detto per i brani precedenti, con qualche trovata in meno. L'esilità arriva fino al punto di mostrare lo scheletro. "Oceano", invece, dall'alto dei suoi 5 minuti è il brano più lungo di un album che allinea ben 6 canzoni su 13 che durano 2 minuti e una manciata di secondi. D'effetto il ritornello in un altro brano minimalista, ma esattamente come tutti gli altri, anzi, qui il sinth interviene a irrobustire un po' la struttura. Il penultimo brano, "Scanto di sirene" è quello che contiene la frase che dà il titolo al disco ("Non c'è due senza te" e non è un errore, è un gioco di parole), ma non al brano stesso. 2'46" molto mossi e ben giocati: "Dio come piove alla stazione di Piacenza / guarda che hai un diamante infilato nella lingua"). Merita la title track. Il finale è della morbidissima "Chiedo", che chiunque altro avrebbe chiamato "Scusa", perchè è il termine ripetuto e ricorrente: "Scusa se ho la faccia come il culo / scusa se non ti ho capito / scusa per gli inviti, le colline e le feste di paese /scusa per i cambi di stagione che vivo ad ogni mese / scusa per la mia felicità ogni primo di gennaio / scusa tutto quello che bevuto e che non ho taciuto". Bella! L'impressione di fondo è quella di una serie di polaroid o di fotografie scattate col telefonino. Ogni tanto, "per carità o per amore", si infila un guizzo di genio che illumina tutto. Non c'è sempre bisogno della Canon digitale con le ottiche di ricambio da battaglia delle Maldive: quello che conta è lo scatto, lo stato d'animo che sta dietro e quello che riesce ad arrivarci. Dente, a sprazzi, morde (e vabbé, scusate il gioco di parole, ma ce l'avevo tra i polpastrelli dall'inizio!) e convince con i suoi quadretti minimalisti. Di sicuro sa scrivere, conosce l'arte di fare un ritornello degno e come tirar fuori qualche trovata. Restano tanti dubbi: anche di Battisti (ma pure di Dylan) si diceva all'inizio "scrivono belle canzoni, ma per carità che non le cantino loro! E poi solo chitarra e voce!". Sono diventati Dylan e Battisti: Dente per ora è Dente e questo basta e il disco sottilmente vi si infila in testa. A me piace. Poi, per ora, non so dire che sarà di lui. Ascoltatelo.


di l.ravasi